Il prossimo 24 novembre si celebrerà la XXXIX Giornata Mondiale della Gioventù; il tema scelto per quest’anno sarà “Quanti sperano nel Signore camminano senza stancarsi.
Il papa si rivolge ai giovani, in questi tempi segnati da situazioni drammatiche che generano disperazione e che non permettono di guardare con animo sereno al futuro, sono proprio loro ad avvertite l’incertezza del futuro e non intravedete sbocchi certi per i sogni. Il richio così è “di vivere senza speranza, prigionieri della noia e della malinconia, talvolta trascinati nell’illusione della trasgressione e di realtà distruttive. Per questo vorrei che anche a voi giungesse l’annuncio di speranza: ancora oggi il Signore apre davanti a voi una strada e vi invita a percorrerla con gioia e speranza”.
“La nostra vita – prosegue il Papa – è un pellegrinaggio, e la vita cristiana, in particolare, è un pellegrinaggio verso Dio, nostra salvezza. In noi abita il desiderio di trascendenza, la continua inquietudine verso il compimento delle aspirazioni più grandi: guardare la vita dal balcone a voi giovani non può bastare. Tuttavia, è normale che prima o poi cominciamo ad avvertire la stanchezza. La soluzione alla stanchezza, paradossalmente, non è restare fermi per riposare. È piuttosto mettersi in cammino e diventare pellegrini di speranza. La speranza vince ogni stanchezza, ogni crisi e ogni ansia, dandoci una motivazione forte per andare avanti, perché essa è un dono che riceviamo da Dio stesso. La speranza è proprio una forza nuova, che Dio infonde in noi”.
La vita può sembrare “come un difficile cammino nel deserto. Questi tempi di crisi, però, non sono tempi persi o inutili, ma possono rivelarsi occasioni importanti di crescita. Sono i momenti di purificazione della speranza! Nelle crisi, infatti, vengono meno tante false speranze. In questi momenti, il Signore non ci abbandona; si fa vicino con la sua paternità e ci dona sempre il pane che rinvigorisce le nostre forze e ci rimette in cammino. Come diceva il beato Carlo Acutis, l’Eucaristia è l’autostrada per il cielo”.
L’invito del Papa Francesco per i giovani è quello di mettersi “in cammino, alla scoperta della vita, sulle tracce dell’amore, alla ricerca del volto di Dio, non da meri turisti, ma da pellegrini. Il vostro camminare, cioè, non sia semplicemente un passare per i luoghi della vita in modo superficiale. Il pellegrino invece si immerge con tutto sé stesso nei luoghi che incontra, li fa parlare, li fa diventare parte della sua ricerca di felicità. Il pellegrinaggio giubilare, allora, vuole diventare il segno del viaggio interiore che tutti noi siamo chiamati a compiere, per giungere alla mèta finale. E’ mio augurio che questo pellegrinaggio giubilare diventi per ciascuno di noi un momento di incontro vivo e personale con il Signore Gesù, Porta di salvezza”.